Fossa Mala, nel Grave un’azienda vitivinicola a 360 gradi.

Enoturismo a Fiume Veneto in un sistema eco – sostenibile.

Fossa Male, Grave del Friuli
Fossa Male, Grave del Friuli

Fossa Mala, nel Grave un’azienda vitivinicola a 360 gradi. Un’azienda a 360° che non poteva assolutamente mancare sulle pagine di Enoracolo. Un viaggio degustativo in terre friulane, patria di affascinanti vini bianchi. Ma soprattutto tappa nel zona del Grave, territorio di importanza storica e culturale nel patrimonio friulano. Ad accompagnarci in questa scoperta Giovanni Pianca, responsabile vendite di Fossa Mala.

Fossa Mala e Grave del Friuli

Ci troviamo nella parte nord ovest del comune di Fiume Veneto, a  poco meno di 8 chilometri dal centro di Pordenone. I vigneti sono incastonati tra il fiume Fiume  ad est e Meduna ad Ovest. Allargando ancora l’obiettivo troviamo subito dopo il Tagliamento e Noncello. Un zona ricca di fonti idriche su un territorio quasi esclusivamente pianeggiante, dove le coltivazioni si perdono a vista d’occhio creando un ambiente naturale omogeneo con dislivelli che vanno dai 14 ai 30 metri sul livello del mare.

Questo lembo di terra è protetto a nord dalla Alpi e volge a sud verso l’adriatico così da avere un clima ideale per la coltivazione, tra le quali la viticoltura che può sfruttare allo stesso tempo la ricchezza del sottosuolo, tipicamente argilla e limo ma generosa di  ghiaie e sassi ereditati dall’azione dei ghiacciai e dei fiumi.

In questo luogo trova spazio Fossa Male, non una semplice cantina, non un agriturismo, nemmeno un ristorante o semplicemente una tenuta. Fossa Mala è tutto ciò. È un luogo dove fare enoturismo, degustare vini, assaporare una cucina del territorio, perfino sposarsi o organizzare eventi ufficiali. Una azienda a tutto tondo che sfrutta interamente il potenziale a disposizione e che fa della eco –  sostenibilità  il suo fiore all’occhiello con un impianto fotovoltaico capace di produrre  380.000 kWh all’anno. “Fossa Male è un luogo dove si può passare del tempo in serenità e in relax. E’ possibile trovare un punto degustativo, un ristorante di alta gamma, una pizzeria gourmet e delle camere per il pernotto per avere un luogo dove alloggiare e visitare le meraviglie del territorio” così come lo racconta Giovanni Pianca.

Ma ovviamente noi siamo qui per il nettare di bacco.

Storia e territorio di Fossa Mala

Azienda giovane che ha saputo nell’arco di pochi anni aggredire il mercato con forza e veemenza.  I sei ettari iniziali oggi sono diventati ben 36. Nel 2003 la famiglia Roncadin ha portato quasi a 30 gli ettari vitati e nel 2008 ha aggiunto altri 7 ettari, tutti intorno alla villa. Su ogni ettaro vengono ospitati 7850 ceppi con sistema a Guyot monolaterale che viene sottoposto ad inerbimento primaverile e lavorazione estiva per impedire la competizione tra erba e vite. Subito dopo l’estate viene fatta una seminazione di diverse essenze per evitare la compattazione del terreno con successiva applicazione del sovescio per aumentare la fertilità dello stesso. E’ chiaro che in un habitat di questo tipo non si ha assolutamente bisogno di irrigazione di soccorso.

Desta curiosità il nome dell’azienda,  che, come ci spiega Giovanni Pianca, trova legittimazione nella storia del luogo. “Nel 1700 e 1800 era una zona di passaggio dove i briganti assalivano le carrozze che da Venezia andavano ad Udine. Tra queste fosse i viandanti venivano presi d’assalto”.

Oggi Fossa Male è completamente diversa da due secoli fa e qui trova sede la cantina  “E’ un’azienda giovane. E’ nata nel 2003 quando la famiglia Roncadin ha deciso di impiantare viti di assoluta qualità sui terreni che prima erano destinati ad altre attività. Un passaggio basato sulla qualità, fare vini del territorio e legati alla tradizione ma con uno sguardo al futuro. Vini strutturati e di buona beva, sfruttando la mineralità del territorio e su questo si è improntato una strategia”.

L’azienda della famiglia Roncadin

L’azienda della famiglia Roncadin risiede nella parte sud ovest della DOC Grave, Giovanni ha confermato le peculiarità di questi luoghi  “Nella zona del Grave occupiamo una nicchia di territorio molto particolare. I nostri terreni sono più grassi rispetto alle altre zone  e rappresentano una unicità.”

L’ampiezza dei territori e la scelta di impiantare diversi vitigni ha permesso a Fossa Mala di avere nel suo repertorio ben 11 etichette che gli consentono di coprire l’intera proposta dei vini di riferimento friuliano. Tra i bianchi abbiamo il Traminer aromatico, il Friulano, il Sauvignon Blanc, lo Chardonnay, il Pinot Grigio e la Ribolla Gialla. Tra i Rossi spazio al Refosco dal peduncolo rosso, il Merlot, il Cabernet Sauvignon  e il Pinot Nero utilizzato per il Brut.

Da questi vitigni, tutti lavorati in purezza, l’azienda ottiene anche un vino dolce a base traminer e un riserva di Refosco.

La strategia aziendale sul processo di vinificazione è ben chiara. Si cerca le territorialità e un uso sapiente e  moderato del legno per non intaccare le peculiarità del Grave a cominciare dall’utilizzo del tonneaux in rovere di Allier.  Solamente la riserva “Re Fossa Mala” effettua un affinamento in legno per 12 mesi. Gli altri rossi solo un 30% del prodotto effettua invecchiamento in legno e viene successivamente assemblato  al 70% restante lavorato in acciaio. Per i vini bianchi il tonneaux viene utilizzato solo per il friulano, lo chardonnay e il pinot grigio ma in percentuali diverse ed in tempi molto minori. Il motivo della strategia viene rivelato dallo stesso  Giovanni Pianca “Utilizziamo il legno solo per dare una firma e valorizzare ulteriormente quello che già viene fatto, ossia la valorizzazione del vigneto”.

La Degustazione dei vini

La degustazione dei vini Fossa Mala è stata fatta su una selezione di sole 6 etichette che potessero darci un’idea complessiva dell’identità aziendale.

Degustazione Fossa Mala
Degustazione Fossa Mala

Pinot Grigio 2017. Il 70% di questo vino viene fatto fermentare in acciaio, il resto in tonneau di rovere di Allier. Ci regala un prodotto di 13% alcolici di un acceso giallo paglierino. Al naso appare decisamente improntato a sentori di frutti bianca matura come mela  e pera cui si aggiunge il floreale del biancospino. Un leggero sentore minerale si sposa bene con al delicatezza del bouquet.  Il legno ha lasciato una leggera impronta di mandorla. In bocca ritroviamo queste componenti ancora più delicatamente dove la mandorla amara fa da padrone lasciando in fin di bocca il suo carattere. Un vino che si esprime bene in freschezza e vivacità. Da provare con le carni bianche.

Sauvignon Blanc 2017. Un vino che si affina esclusivamente in acciaio. In gioventù si denota un giallo paglierino con riflessi verdognoli, non eccessivamente denso a  fronte di 12,5% alcolici. Scopriamo un Sauvignon Blanc tipico del Friuli, nelle sue essenze e nel suo carattere. Intenso profumo di foglia di pomodoro come apri pista alla pesca bianca e fiori bianchi. Leggera componente citrica di limone e pompelmo. Al palato però si rivela più equilibrato rispetto alle prime impressioni. Rimane una buona acidità e una discreta persistenza.  Un vino per aprire elegantemente un pranzo.

Ribolla Gialla 2017. L’ultimo arrivato in casa Fossa Mala. Un prodotto che segue le tendenze del momento mantenendo un sua tipicità e territorialità. Una Ribolla Gialla che sa distanziarsi rispetto alle colleghe della parte est del Friuli in quanto presenta subito una buona bevibilità e una piattaforma olfattiva sapientemente domata per far emergere la territorialità.

Un vino che nasce e cresce in acciaio con un impatto visivo dal colore giallo paglierino scarico con lievi riflessi verdi. Al naso sono riproposti i sentori classici del vitigno, dal leggero agrumato ai fiori bianchi, in particolare la rosa. Buoni cenni di pompelmo accompagnati da un ritorno al territorio incarnato da una sentore distinto di pietra pomice. Il tutto avvolto in leggeri soffi di componenti odorose erbacee.  In bocca risulta vivace e croccante, di buona bevibilità e che disimpegna il palato con discrezione. La persistenza media ci permette di individuarlo come un vino da poter abbinare con facilità a piatti non troppo elaborati, interessante da proporre come un aperitivo o antipasto con salumi friulani.

Friulano 2016. Questa volta il processo di fermentazione in legno viene fatto per il 40% delle uve. La gradazione si attesta a 13%. Avvertiamo di trovarci subito di fronte ad un vino più impegnativo rispetto ai precedenti. Il giallo paglierino diventa decisamente più omogeneo ed intenso. Il naso viene preso d’assalto da frutta gialla e frutta esotica. Il bouquet floreale è più ampio e armonioso e lascia un ventaglio di respiro anche ad una sottile mineralità. Il sentore di mandorla si amalgama con un pizzico di vaniglia. La degustativa ci rivela un vino di buon corpo, rotondo e mai banale. La freschezza è vivace ma non esclude una buona retrolfattiva e una persistenza che si fa notare con componenti amarognole intense. Un vino che dopo due anni presenta già un equilibrio ben definito. Potrebbe essere utilizzato per sbizzarrirsi con una scelta selezionata di affettati e formaggi.

Traminer Aromatico 2017. Vino che fa solo acciaio. Tenuto per ultimo tra i bianchi perché sapevamo che le componenti odorose e gustative avevano una buona forza.  Come ogni Traminer che si rispetti emana sentori di fiori con buona intensità. Rosa bianca in modo particolare ma anche note di gelsomino e ginestra. Non ci dispiace il fatto che le note esotiche siano mitigate ed equilibrate rispetto ai fiori. Così come le note erbacee sono particolarmente delicate. Il risultato è un naso che viene accarezzato elegantemente ma con un certo carattere.  In bocca queste note si fanno sentire con decisione, ma la freschezza del 2017 non ne  permette l’aggressione in retrolfattiva lasciando invece spazio al mandorlato. La persistenza è medio lunga e ci consente di poterlo gustare e apprezzare in alternanza al cibo.

Refosco dal peduncolo rosso 2015. Il nostro unico tuffo nel rosso.  Le uve vengono poste a fermentare in serbatoi d’acciaio per due settimane durante le quali subiscono rimontaggi e delestages. Il 30% di queste uve viene affinato in tonneaux di rovere prima dell’assemblaggio effettuato nell’ottobre successivo.

Alla luce emerge un rosso rubino carico. I profumi intensi arrivano al naso decisi e definiti. Molta marasca su base di frutti di bosco con un contorno di fiori rossi in appassimento.  Molto gradevole il ventaglio balsamico che sprigiona in seconda battuta. Il rovere dona a questo vino cacao e spezie, un binomio elegante e mai aggressivo.  In bocca appare subito morbido e asciutto con un tannino che inizia a levigarsi.  Riesce ad avvolgere delicatamente il palato con una struttura sorretta da una buona acidità. Anche la retrolfattiva ha confermato le capacità di questo Refosco regalando una discreta persistenza e abbandonando il palato in modo armonico.  Come si addice ad ogni buon Refosco dovrebbe essere abbinato a della carne alla brace.

Giovanni Pinca non nega che la Ribolla Gialla e il Refosco dal peduncolo rosso stanno regalando buone soddisfazione all’azienda “Il Refosco è un vino su cui l’azienda ha investito molto. Sulla Ribolla Gialla puntiamo  per territorialità e attualità.”

Prospettive di crescita di Fossa Mala

Fossa Mala dopo quindici anni di attività ha visto innalzarsi di molto le prospettive di produzione e vendita

“Produciamo circa 110 mila bottiglia l’anno, principalmente per il mercato italiano e stiamo aprendo verso il mercato europeo. C’è ancora  spazio per crescere nel nostro paese  ma siamo molto interessati ai mercati europei e americani ed ovviamente a quello cinese”. Giovanni Pianca con queste affermazione ci ha offerto un assist importante per analizzare progetti e filosofie della cantina, in particolare dello stretto rapporto tra Fossa Mala e Grave del Friuli .

“Si punta sul grave, sui valori, sulla popolazione perché nell’economia globale c’è posto per tutti. In Friuli, sia ad est che ad ovest, in collina e in pianura si fa bene il vino. Il fatto che ogni zona ha una tipicità è un valore aggiunto.  Nuovi sbocchi possono aprirsi dai mercati esteri. Non è facile ma il Friuli lo sta facendo con i propri valori e la sua qualità. La richiesta dei vini oggi ha intrapreso due strade ben precise. O si punta su dei prodotti di qualità eccellente dovuta a ricerca e sviluppo. Oppure con grossi volumi di vini più semplici e facili.

Il Friuli se riesce a stabilire relazioni con partner, distributori e continuare a sviluppare progetti di qualità, allora potrà occupare quella parte di mercato di vini di qualità superiore che la contraddistingue come eccellenza.”

Prospettive di un’evoluzione per il Grave

Ampi margini di crescita per questo territorio e per le sue cantine.  Ma dietro si nasconde una componente fondamentale. “Le grave possono essere valorizzate di più. E’ necessario fare rete tra le realtà, ed intendo non solo cantine ma anche ristoratori, opinion leader e operatori di settore. Questo perché il territorio su cui sei nato e cresciuto lo si da per scontato,  ecco che diventa importante fare delle sinergie per spingere verso la valorizzazione, tutto ciò diventa fondamentale.  Non basta fare vino di qualità per valorizzare un territorio, per riuscire in questa impresa è necessaria una serie di componenti”. E tra queste componenti c’è sicuramente un’idea di fare mercato che non può più essere sottovalutata.

Giovanni Pianca ci regala una grande verità che per sottolinearne l’importanza ci permettiamo di riportarla in grassetto  “Oggi i mercati sono diventati talmente complessi che il singolo non riesce più a vincere e fare la differenza, ma è il sistema che può vincere questa sfida. Il Friuli è una terra eccezionale sotto l’aspetto gastronomico, alimentare e vitivinicolo ma anche al punto di vista turistico. ”

Sinergia, sistema, condivisione di intenti. Tutto sulla vecchia formula l’unione fa la forza. Un concetto chiaro e semplice quanto difficile a volte da applicare.