Lavrencic. La Slovenia del vino con Matej Velikonja.

Lavrencic. La Slovenia del vino con Matej Velikonja. E’ stata la fortuna e il caso a permettermi di conoscere Matej Velikonja. L’ho incontrato in un momento in cui la mia curiosità verso i vini sloveni iniziava a farsi strada. I miei studi e approfondimenti verso il collio e i colli orientali del friuli, un poco alla volta, mi hanno trascinato in un vortice tale da spingermi ad oltrepassare il confine nazionale e strizzare l’occhio al naturale proseguimento di questa regione italiana. E la Slovenia in effetti è riuscita a completare il puzzle che stavo costruendo intorno a quei vini e territori che venivano divisi dalle prealpi giulie e il carso. Divisione fisica e naturale ma che in realtà nascondeva delle comunanze assai marcate.

Ho fatto questo ulteriore passo facendomi accompagnare da Matej che, oltre a presentarmi la sua cantina Lavrencic, mi ha illustrato la tradizione slovena nel fare vino di qualità.

Veronika Lavrencic e Matej Velikonja

Matej a discapito della giovane età, 30 anni, ha già 8 anni di esperienza nel mondo del vino “Provengo da studi in economia e la passione mi ha portato a 22 anni in cantina. In azienda non siamo molte persone e ognuno deve occuparsi di più cose. Il mio lavoro non è solo marketing, commercio e promozione, ma mi occupo anche di pratiche di cantina a sostegno dei tecnici ed ovviamente molto lavoro in vigna”. Matej si è formato in questo ambito girando il mondo, le sue esperienze vanno dalla Napa Valley al Piemonte, passando per la toscana e facendo tappa in Austria e Germania approfondendo lo studio dei rossi di Bordeaux.

ALLA SCOPERTA DEL VIPACCO

Qui inizia il mondo sloveno del vino. Le cantine sono piccole, hanno bassissima produzione, investono molto sul vitigno autoctono e portano avanti tradizioni enologiche antiche combinate con le tecnologie moderne. In questi luoghi vige da anni la lunga macerazione sulle bucce per i vitigni a bacca bianca, quando da noi è tornata alla ribalta da pochi anni. Lavrencic non si distanzia da questa filosofia, sviluppando questo impegno nella valle del vipacco (vipavska dolina).

La nostra scoperta dei prodotti sloveni parte proprio da questa valle che risiede ai confini del friuli e da Gorizia si estende verso il centro del paese seguendo il corso del fiume Vipacco. Le vallate sono alternate da piccole colline e una delle risorse più pregiate è la coltivazione di uva e frutta. Oltre alle famose ciliegie, la zona è ricca di produzioni di pesce ed albicocche. Le estati non sono mai troppo calde mentre la primavere e l’autunno sono soleggiati e rinfrescati dai venti. Difficilmente le temperature scendono sotto lo zero, ad esclusione dell’inverno dove il vento di bora rende il clima più freddo.

In questi luoghi nascono le eccellenze vitivinicole slovene che ruotano intorno ai vitigni autoctoni come la Ribolla Gialla (Rebula), lo Zelen e la Pinela, e si esaltano in quelli più internazionali come il Cabernet Sauvingon, Merlot e Sauvignon Blanc.

ESTATE LAVRENCIC

Estate Lavrenic ha la sua sede a poche centinaia di metri da Verpogliano, nel comune di Vipacco a circa 100 metri sul livello del mare che guarda verso sud il monte Nanos, un monte di origine calcarea così come la zona circostante. La conformazione di questo terreno influenza molto i vini della valle ed in modo particolare quelli circostanti. Nei vini di Lavrencic questa particolarità è addirittura esaltata e la mineralità dei sentori olfattivi nei vini bianchi è spregiudicata.

L’azienda rispecchia molto fedelmente le anime slovene e internazionali del Vipacco, puntando sulle tradizioni e lo stile francese. Un’azienda che fin dalla sua nascita ha puntato decisa su vini di pregio così come ci tiene a sottolineare Matej,”L’azienda esiste da molti anni ma solo dal 2010 si è specializzata nel vino di alta qualità. Abbiamo puntato sul Sauvignon blanc , pinot grigio, cabernet sauvingon e merlot cercando di seguire uno stile di lavorazione di stampo francese. Crediamo questi vitigni rendano al meglio seguendo questo approccio e con un uso sapiente delle botti, mentre per la ribolla gialla ci affidiamo  alle tradizioni slovene con una macerazione di 21 giorni”.

L’azienda è a carattere famigliare, circa 7 persone si dedicano all’attività vitivinicola ma non manca l’apporto tecnico e specializzato degli enologi. “Lavrencic è nata dai terreni di mia suocera. Siamo in pochi a lavorare nella tenuta ed ognuno di noi deve collaborare in ogni settore. L’azienda conta poco più di tre ettari di superficie vitata dai quali ottiene circa 20 mila bottiglie. Ci facciamo supportare da due enologi che si occupano delle cose più importanti. Sono loro che curano il controllo delle temperature sia per i vini tradizionali che per quelli di stile francese. Fanno un lavoro prestigioso nel seguire il processo di macerazione per la ribolla gialla e nell’uso delle botti per trovare la giusta armonia e composizione nei vini affinati in legno. Per Cabernet Sauvignon e il merlot ad esempio abbiamo trovato un giusto equilibrio con le botti di medio tostatura”.

Uno dei fiori all’occhiello dello stile francese è il Sauvingon Blanc di cui Matej è il primo sostenitore “Cerchiamo di esaltare il Sauvingon Blanc seguendo l’esempio della Francia. Di questo vitigno cerchiamo di esaltarne le sue qualità e la sua nobiltà aromatica. Nel nostro Sauvignon Blanc si riconosce il sentore di urina di gatto. Un elemento di distinzione olfattiva di questo vino”. Ed anche noi lo sosteniamo, un prodotto ben riuscito ed assolutamente apprezzabile. Indiscutibile invece il vino simbolo di Estate Lavrencic “La Ribolla gialla è il vino che più ci rappresenta. E’ un vitigno straordinario. Pensiamo che la nostra ribolla gialla sia fantastica e i degustatori ci riconoscono questo merito.”

LA DEGUSTAZIONE

Pinot grigio 2018. Vi ho accennato alla zona calcarea di cui la valle del vipacco è ricca. Questo vino è sicuramente la migliore espressione olfattiva di questa zona. Vive sulla mineralità quasi soffocando i sentori primari del Pinot grigio. Un profumo calcareo e salino è la prima nota che fa capolino nel calice. Punta sull’eleganza e la freschezza. In bocca entra deciso e con decisione si aggrappa al palato. Ha una buona persistenza che lo rendono utile ai fini di una antipasto a base di pesce. Possiamo dire che è il prodotto che forse più ci lega al gusto italiano o meglio friulano. E’ secondo me il giusto legame delle due scuole e che permette una continuità tra il Collio e il Vipacco.

Rebula Classica 2017. Ed eccoci al protagonista della cantina. Abbiamo degustato l’annata 2016 e la 2017. Molto diverse tra loro. Per entrambe abbiamo una macerazione di 21 giorni dopo aver raccolto manualmente l’uva. La fermentazione avviene con lieviti indigeni cui seguono 20 mesi in botte di rovere di allier con batonnage giornaliera. Il vino inizia a presentare leggeri riflessi dorati sull’unghia, mentre il cuore è di un giallo paglierino intenso e compatto. Al naso risalta immediato il profumo dell’uva. Sopraggiungono leggeri sentori di frutta gialla matura e fiori di campo. Si alterano sentori erbacei e una nota dolce di miele. Anche qui risale, ma con meno intensità, una nota minerale. In bocca il sapore è pieno. Si sente la densità di questo vino. La macerazione ha estratto molto e un pizzico di tannino si poggia sulla lingua. Il retrogusto è lungo ma fresco. Risulta già abbastanza equilibrato.

Rebula Classica 2016. Stesso procedimento della 2017 ma come anticipato lascia emozioni molto diverse. Ormai il colore vira sull’oro. Nel calice appare più denso. Al naso spicca per note di miele molto intense ma soprattutto sprigiona sentori vegetali ed erbacei molto più ampi rispetto alla 2017. A queste si accompagnano note balsamiche che ricordano l’eucalipto e la menta. La mineralità anche qui è presente e appare nitida quando meno te lo aspetti. E’ necessario ruotare il calice a farlo respirare. Come diversi vini macerati da me degustati noto anche in questo la capacità di evolversi e cambiare totalmente nel giro di pochi minuti. In bocca il tannino è meno aggressivo. La bevuta è lunga e la retrolfattiva riporta le sensazioni balsamiche ancora più chiare ed efficaci. Se vogliamo un vino più facile da bere da solo. Assaporando ogni sua evoluzione.

Queste breve assaggio dei vini macerati di Lavrencic hanno sicuramente soddisfatto la nostra curiosità verso la tradizione slovena e non escludiamo un approfondimento per ampliare la conoscenza di questo metodo.

Sauvignon Blanc 2018. Lo stile francese di Lavrencic trova la sua massima espressione in questo Sauvignon Blanc. Avremmo molte cose da scrivere di questo assaggio. Faremmo prima a dirvi “assaggiatelo”. Non giriamoci intorno. Un Sauvingon blanc degno di questo nome. Un vitigno di classe che merita di essere trattato come tale e Lavrencic riesce pienamente a farlo.

Matej ha voluto sottolineare la presenza inconfondibile dell’urina di gatto. Noi aggiungiamo che questo sentore oltre ad essere predominante è molto pulito ma soprattutto è signorile. E’ un sentore che non disgusta ne stanca. Inoltre non soffoca la foglia di pomodoro. Ed è questo che al naso ci ha più entusiasmato. Ha saputo mantenere inalterate due note che rischiano di sovrapporsi annullandosi. In bocca l’acidità fa da padrona. I leggeri riflessi verdi ci avevano avvisato di questo carattere. La retrolfattiva è franca. Riusciamo a ritrovare molto di quanto ci aveva promesso. Un bouquet sicuramente non ricco ma decisamente nobile.

Cuvée Rouge 2016. Un blend di Cabernet Sauvingon (70%) e Merlot (30%) . Anche qui lo stile francese è alla base della lavorazione di questo vino. Per l’affinamento vengono utilizzate prima le barrique di nuovo passaggio poi si vira su botti vecchie per un totale di 24 mesi. Il colore è rosso rubino acceso. Al naso emergono predominanti le note del cabernet sauvignon, in particolare il peperone. Non manca la frutta rossa, matura, quasi appassita. Note fumose di pepe. Emerge il cacao in modo preponderante.A sostegno arriva la liquirizia miscelata alla tostatura. Ricorda lontanamente una radice. C’è un tappeto di sottobosco e fogliame.

Il primo sorso è pieno. Si sente il peso di questo vino. La lingua e il palato sono massaggiati. Lusinga ed emerge per morbidezza. Poi però, dopo il primo attacco, si fa viva l’acidità che permette al degustatore un alternanza di giochi negli assaggi successivi. Il tannino è levigato, gentile, soffice. La persistenza è lunga. Rilascia soprattutto note di cacao e tostatura. E’ un vino con molto carattere. Non si fa aspettare e preferisce condurre questo gioco. In buona sostanza emerge lo stile francese ma denotiamo un qualcosa di diverso. Forse un po’ di Slovenia è possibile ritrovarla anche in questo rosso.

LAVRENCIC E LA QUALITA’ COME MISSION

Lavrencic è una cantina giovane ma scalpitante. Crede nei suoi prodotti e sta investendo molto per imporsi sul mercato internazionale “In Italia stiamo lavorando per far conoscere i nostri vini. Siamo presenti a Genova e nella zona di Camogli, e stiamo muovendo i primi passi a Roma. Esportiamo in Usa e Germania. Il nostro business migliore è però la Slovenia, ma soprattutto i turisti che visitano la nostra zona e la nostra cantina. Poi abbiamo dei punti in Estonia e Scandinavia.”

L’apertura dei mercati secondo Matej dovrà avvenire senza snaturare la mission aziendale “Al momento il nostro progetto è quello di continuare a fare vini di alta qualità. Far crescere la nostra cantina con questa idea.”