Consorzio Vini Doc Cori. Nuovi orizzonti per il Nero Buono.

logo consorzio vini Doc Cori

Consorzio Vini Doc Cori. Inaugurato il Consorzio Volontario per la Tutela e la Valorizzazione dei Vini D.O.C. Cori ed è subito guerra al Kiwi. Nel quattrocentesco chiostro di Sant’Oliva le aziende fondatrici Carpineti, Molino7cento, Tenuta Filippi e Cincinnato, insieme al sindaco di Cori Mauro De Lillis e l’assessore all’agricoltura del comune di Cori Simonetta Imperia hanno presentato ufficialmente il progetto nato il 13 maggio scorso.

A sostenere questo impegno anche l’assessore regionale all’agricoltura Enrica Onorati e il dirigente Arsial Claudio di Giovannantonio.

Consorzio Vini Doc Cori. Cosa è.

A capo di questo nuovo soggetto troviamo Nazzareno Milita nel ruolo di presidente, Marco Carpineti sarà il suo vice, mentre Simonetta Imperia occuperà il posto di Direttore Generale.

Scopo del consorzio è la valorizzazione, tutela , promozione e informazione delle denominazione Cori, ed in particolare una delle sue eccellenze, il Nero Buono. Un vitigno antico e sconosciuto che ha trovato dimora nel piccolo comune di circa 10 mila abitanti divenendo ben presto un prodotto caratterizzante del luogo e della cultura. Negli ultimi anni l’attenzione delle aziende vinicole verso quest’uva ha dato vita a progetti di etichette DOC Cori con utilizzo esclusivo del Nero Buono.

In questa area il vino non è l’unica eccellenza, troviamo anche una importante produzione di olio di qualità, insieme a lavorazione tipiche e tradizionali come il prosciutto cotto al vino e le ciambelle scottolate. Ma era giunto il momento di premere sull’acceleratore in ambito vino e catapultare il nero buono in ambito internazionale.

Il Sindaco De Lillis traccia le linee de Consorzio Vini Doc Cori.

Sindaco consorzio tutela vini Doc CoriPasso imprescindibile era proprio la comunanza di intenti tra la parte privata imprenditoriale e quella politica. “Oggi si scrive una pagina importante”, dichiara il sindaco De Lillis, “finalmente le aziende che hanno creduto e che credono in questo vitigno si uniscono per perseguire il medesimo obiettivo, raccontare la storia e la cultura e l’identità di questi territori.

In questo viaggio ci sarà la comunità di cori. Il comune fa parte del consorzio e la sede sarà la sala consiliare. Oltre ad essere una operazione tecnica scientifica, ricopre anche un’importante azione politica. Strumento più efficace di tutti gli altri per valorizzare il prodotto e Cori. Informando sulle nostre tipicità. ”

Il consorzio è il primo nato nella provincia di Latina, Cori quindi si fa promotore anche di azioni di avanguardia, anticipando tutti rispetto ad uno strumento che in Italia da anni viene utilizzato con successo. Basta pensare ai consorzi del Brunello, della Valpolicella, del Barolo e Barbaresco, ma senza scomodare i grandi basta pensare ai consorzi del verdicchio, del lambursco di Modena o del barbera del monferrato. Strumenti che hanno permesso alle aziende di unire le proprie forze economiche, organizzative e gestionale così da permettere la diffusione del brand.

Tra i compiti del consorzio ci sarà anche il recupero di sostegni economici e l’accesso ai fondi per consentire alle aziende di partecipare a promozioni ed eventi a livello internazionale. Appuntamenti che non sono affrontabili in solitaria e che necessitano di sinergia.

Il sindaco pone poi una pietra pesante su questa struttura “Un’azione importante che dovrà porre il consorzio sarà l’attenzione verso l’invasione sui nostri territori di produzioni che stanno consumando i territori stessi, sia sotto l’aspetto paesistico che sotto l’aspetto del consumo delle nostre risorse idriche. In modo particolare dalla produzione del kiwi. Che se da una parte è vero che sia una opportunità allo stesso tempo non significa che i nostri territori debbano essere saccheggiati”.

Il problema del Kiwi

Visione che ci vede assolutamente d’accordo. Noi di Enoracolo da anni siamo attenti all’autoctono, basti pensare ai numerosi articoli di ricerca che abbiamo fatto sulla Massaretta oppure sul Longanesi o il Trebbiano Verde. Il Filosofo tedesco Ludwig Feuerbach diceva che l’uomo è ciò che mangia, a noi piace esaltare questa affermazione aggiungendo che l’uomo è anche ciò che beve. E nel vino c’è la storia di un popolo, di una cultura. C’è il racconto di uomini e donne che hanno solcato un territorio e per questo va preservato.

Negli ultimi anni il territorio che circonda Latina fino ad arrivare a Cisterna , Aprilia e Castelli Romani è stato preso d’assalto dalle coltivazioni di Kiwi. Le quali hanno portato ad un processo di estirpazione delle vite e di altre colture tipiche. Un frutto di origine cinese che ha poi trovato casa in Nuova Zelanda, adesso ha invaso l’Italia, tanto da fare del nostro paese il primo produttore al mondo superando anche la Cina. Ed indovinate quale è la regione più ricca di queste colture? Ovviamente il Lazio.

Il Consorzio Vini Doc Cori nelle parole dell’assessore Simonetta Imperia

assessore consorzio vini doc coriA tracciare la strada del consorzio è stata sicuramente l’assessore all’agricoltura Simonetta Imperia, da anni impegnata nella valorizzazione delle forze territoriale e nelle tipicità del comune di Cori. In questa campagna non solo ha fatto da porta bandiera. Ha assolto il compito di coordinare le diverse anime che chiedevano a gran voce un impegno concreto. ”I produttori restano i protagonisti di questo consorzio, senza di loro non sarebbe stato possibile, e il comune è voluto starci. E’ stata un visione futuristica che noi adesso dobbiamo arricchire di contenuti. La viticoltura ci fa sentire legati ad un territorio che è naturalmente vocato all’agricoltura. Un territorio che è naturalmente legato a questo tipo di produzione.”

Il nuovo progetto parte con un logo che cerca di rappresentare non solo il Nero Buono ma l’intera comunità , sia negli oggetti che lo compongono che nelle forme passando dai colori. Il comune di Cori aveva lanciato un’iniziativa lo scorso giugno, proponeva ai cittadini di presentare una loro idea grafica. La risposta è stata assolutamente positiva e le idee arrivate sul tavolo della commissione erano tutte valide. A vincere il logo, che vedete nell’immagine di apertura , è stato da Dante D’Elia che si aggiudica il premio di Euro 500.

Il Nero Buono in pole.

La partenza è stata scoppiettante e decisa. Le idee sono veramente degne di essere perseguite e il nostro blog pone sempre attenzione verso chi se ne fa promotore. I protagonisti stanno dando segnali importanti e la sensazione è che nei prossimi anni il Nero Buono scali qualche gerarchia in ambito vino. E per chi non lo conoscesse ancora, continui a seguirci, nel prossimo articolo parleremo esclusivamente di lui. Lo racconteremo e vi proporremo le nostre impressioni su tutti i Nero Buono del comune di Cori.