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Trebbiano Verde in anfora. Un rilancio targato cantina Imperatori e studio Novagri.
UN NUOVO PROGETTO A FRASCATI PER ACCRESCERE IL TREBBIANO VERDE

TREBBIANO VERDE E CASTELLI ROMANI
Da parte integrante delle componenti varietali dei vini dei castelli romani, è stato poi messa in disparte lasciando il posto a vitigni più vigorosi e produttivi. Nonostante il declassamento imposto dal mercato, il trebbiano verde è sempre rimasto presente nei disciplinari laziali, i quali ne consentivano l’uso in concorrenza con altri vitigni o addirittura, come il Marino DOC, in purezza. La sua capacità di trasmettere tipicità ai vini ha fatto si che tornasse in auge. Negli ultimi tempi sui suoli romani torna ad essere reimpiantato. Noi siamo andati a scoprire la seconda vita del trebbiano verde a cantina Imperatori, ai piedi di Frascati, che, insieme allo studio Novagri, hanno fatto partire un progetto intorno a questo vitigno caratterizzandolo con un affinamento in anfora.
UNA VIGNA NATA DAL NULLA
“In questa azienda abbiamo un vigneto molto stretto, parliamo di 10.000 ceppi per ettaro. Sono piantanti molto bassi. Vogliamo riproporre la viticoltura come era nei vecchi fasti.” Ma prima di dedicarsi alla vite hanno dovuto completamente costruire dal nulla un’azienda. “Questa cantina nasce nel 2010. Fino ad allora qui era tutto in stato di abbandono e incolto. La nuova proprietà ha voluto investire su questa area perché particolarmente vocata. Con Daniele Vittorilli abbiamo fatto uno studio geopedologico analizzando ogni singola particella a diversa profondità. E’ servito per capire cosa piantare e come farlo”. Un cantina che ha scelto fin dall’inizio di andare controcorrente. Decide di non produrre il Frascati DOCG come da consuetudine e punta direttamente alla riscoperta di vitigni autoctoni ed internazionali che siano particolarmente adatti a sfruttare le caratteristiche di un territorio tipicamente vulcanico. “E’ una zona che da un’impronta significativa ai vini, con forte mineralità. Sono terreni molto sciolti, ricchi di scheletro. La pietra di riferimento è il basalto”, terreno che si sposa bene con il trebbiano verde.
CARATTERISTICHE DEL VITIGNO TREBBIANO VERDE
“E’ un vino molto versatile. Si può spumantizzare. Possiamo farlo appassire. E’ possibile farlo invecchiare in legno. Inoltre esalta questa territorialità ed ha un buon invecchiamento facendo emergere queste caratteristiche. Questa zona non ha grandi escursioni termiche e non è molto favorevole ai profumi e all’acidità del vino. Il trebbiano verde qui riesce ad esprimersi in modo eccellente ”. Enrico Carli conferma alcune caratteristiche tipiche del Trebbiano verde in vigna. “Ha una bassa fertilità, con grappoli di dimensioni importanti. Ha un’eccessiva vigoria e necessità di attenzione nelle potature verdi. Noi le facciamo anticipate. Questo è l’unico punto dolente.”ALLA SCOPERTA DI UNA CANTINA ALL' AVANGUARDIA
Entrati in cantina la prima impressione che ci ha colto è l’igiene maniacale dell’intera struttura. Pavimenti e macchine tirati a lucido nonostante la fervida attività nel bel mezzo della settimana. In questa fase del percorso ci accompagna Angelo Giovannini, anche lui del team Novagri e che segue da vicino le attività in vigna e in cantina. Ci svela subito i segreti dell’azienda Imperatori. “La grande caratteristica di questa azienda è la profondità del terreno e il drenaggio. Questo ci permette di portare le uve a maturazione nei giusti tempi. Dalla nostra esperienza abbiamo capito che per ottenere una buona qualità dobbiamo basarci non sulla resa per ettaro ma resa per pianta. Dobbiamo restare sotto il chilo e mezzo per pianta”.
LE GALLERIE ROMANE CHE OSPITANO LE ANFORE
Entriamo nella parte più affascinante dell’azienda, le gallerie romane che oggi ospitano le anfore per la produzione del trebbiano verde. “Il trebbiano verde è come un assegno mensile. Ogni anno ci garantisce la solita qualità. Abbiamo deciso di elevarlo attraverso l’uso dell’anfora”.
PROGETTI IN CANTIERE E IN CANTINA, NON SOLO TREBBIANO VERDE
I progetti non terminano qui, Novagri e cantina Imperatori hanno in cantiere le bollicine “Stiamo preparando il metodo classico. La prima uscita è prevista tra 3 anni. Sarà una piccola produzione di circa 1750 bottiglie e 200 magnum. Vorremo fare un metodo classico alla vecchia maniera. Ossia ogni 5-6 mesi faremo un remuage in bottiglia, ovvero l’agitazione e di nuovo la catasta. Partiremo da un cesanese con un potenziale di 10° alcolici. Un acido malico molto alto. Finita la malolattica dovremmo avere un vino con 3-4 grammi litro di acido lattico”. L’obiettivo è un metodo classico che abbia struttura e carattere.
LA DEGUSTAZIONE
Trebbiano verde IGP Lazio 2017. Partiamo dall’oggetto della nostra visita. Il trebbiano verde. Lo assaggiamo prima in acciaio per valutare nitidamente il lavoro in vigna. Il colore è nettamente giallo paglierino acceso, alla luce emergono riflessi verdi molto netti. Sono prevalenti gli aromi dei fiori bianchi ed erbe aromatiche cui si aggiunge frutta fresca non matura, in particolare la mela . Emerge con decisione la mineralità. In bocca risalta questa espressione del terreno sostenuta da una discreta sapidità e una buona acidità. Elegante in fin di bocca l’amarognolo tipico di una mandorla. Un vino che non racconta bugie, non inganna. Mantiene ciò che promette senza fronzoli. Un vino che dona freschezza e brio, si lascia bere con facilità senza annoiare naso e palato. Le parti dure gli regalano quella marcia in più che questo vitigno ha nelle corde. La retrolfattiva non è lunga ma decisamente in linea con le sensazioni che regala. Trebbiano verde in Anfora 2017. Eravamo qui per questo e ci siamo goduti il momento. Le attese erano alte, così come la curiosità. Visivamente si presenta con un colore giallo paglierino dai riflessi dorati. Colore intenso e deciso accompagnato da una buon densità. Fa subito intendere di essere più granitico e robusto rispetto all’acciaio. Al naso aumenta decisamente di complessità. Spicca subito in modo preponderante la componente balsamica, le note di mentolo sono audaci, fresche, dirette. Insieme emerge un bouquet di erbe aromatiche e fiori gialli appassiti e l’immancabile mineralità che lo rendono più elegante. La gustativa denota un vino che gioca molto bene sull'equilibro evitando di cadere nell'appiattimento. La sua morbidezza viene bilanciata da un’acidità vivace e un sapidità presente ma mai protagonista. Rispetto al trebbiano in acciaio, l’anfora ha donato una persistenza molto più lunga. In definita un vino curioso, singolare e allo stesso tempo elegante. Viognier IGP Lazio 2017. L’unico vitigno cui è applicata la cocciatura in vigna. Anche questo mostra un colore giallo paglierino intenso con lievi riflessi verdi. Al naso è sicuramente appariscente con le sue note agrumate e sentori di frutta esotica. Tra un respiro e l’altro emerge anche una aromaticità vegetale cui fa da antagonista il profumo di margherita e camomilla. La mineralità rimane un po’ timida ma ben definita. Ci piace il fatto che queste profumazioni siano tra loro in armonia, ben bilanciate. Non è un Viognier che aggredisce il naso, anzi è un vino che lo accarezza dolcemente. In bocca è fresco e vivace con una punta di sapidità che lo rende accattivante. Si distingue per essere versatile e improntato ad una più facile bevuta accontentando naso e palato senza troppi stress. Cesanese IGP LAZIO 2016. Un anno di botte grande per questo Cesanese in purezza. Agli occhi è decisamente rubino in ogni suo angolo e sfumatura, un rosso rubino appariscente. Profumi intensi di frutti rossi, e fiori rossi. Emerge tra questi la rosa rossa. Il legno ha lasciato questi sentori pressochè intatti. Ad arricchire il bouquet arrivano note vanigliate e di pepe ben amalgamate. In bocca da il meglio di se. La malolattica ha permesso al vino di raggiungere un bel compromesso tra componenti dure e morbide. La morbidezza inizia ad affascinare il palato ed il tannino è ben levigato. Il risultato è un vino assolutamente equilibrato che rende soddisfatta la retrolfattiva grazie ad una buona persistenza. Cabernet Sauvignon IGP LAZIO 2015. Ultimo vino in degustazione. Dodici mesi in tonneau di rovere francese con frequenti batonnage. Rosso Rubino quasi impenetrabile. Vino che sul biglietto da visita ha scritto “Denso”. Mirtillo e ciliegia sono i frutti principale che emergono cui fa da contraltare una leggera nota vegetale. Gradevole una punta di boisè, leggero cioccolato, un po’ di tostatura e un accenno di foglie secche. Anche qui la mineralità gioca un ruolo interessante. La gustativa è caratterizzata da una entrata e una uscita morbida ma tra l’una e l’altra emerge la potenza di questo Cabernet Sauvignon che esplode in una retrolfattiva lunga ed elegante. Piacevole la sensazione di questo vino che si adagia lungo tutto il palato con la sua densità e la successiva azione dell’acidità che lascia la bocca fresca e pulita. Vino equilibrato ma soprattutto elegante.