Degustazioni 2018. La nostra Top Ten.

Dieci vini che hanno accompagnato il nostro 2018.

Degustazioni 2018
Degustazioni 2018

Degustazioni 2018. La nostra Top Ten. E’ stato un anno ricco di degustazioni. Avremmo potuto scrivere un tomo. Abbiamo invece preferito restringere di molto la lista dei vini assaggiati, riportandone solo dieci. Per selezionare questa top ten ci siamo prefissati delle regole, altrimenti sarebbe stato impossibile.

Abbiamo voluto ricordare in questo inizio anno le bottiglie che più hanno accompagnato il nostro percorso. Tra i requisiti non solo la soddisfacente bevibilità ma anche la particolarità dei suoi gusti e la ricercatezza della qualità. Abbiamo cercato di premiare le cantine che ci hanno mostrato le loro vigne e ci hanno lasciato qualcosa nel cuore. Abbiamo voluto ricordare i vini che per quantitativo prodotto, difficoltà di produzione e metodi di lavoro hanno colpito il nostro interesse. Nella top ten abbiamo voluto portare un rappresentante per tipologia di vino. O quasi. Vini in anfora, biologici, autoctoni, eroici, novità, a lungo invecchiamento e tutto ciò che ci ha appassionato durante l’anno.

Riportiamo questa top ten per tipologia, partendo dagli spumanti fino al vino dolce, senza alcuna preferenza.

Metodo Classico e Nebbiolo. Si può.

ballarin
ballarin

Cascina Ballarin. Punte dei tre ciabot.

Abbiamo gia parlato di questo metodo classico di nebbiolo nell’articolo “Tre vini per ferragosto”. Non potevamo non menzionarlo tra i 10 vini più interessanti. Una bevuta diversa rispetto al panorama spumantistico. Un assaggio elegante di bollicine made in Piemonte. Nella terra dei grandi Barolo, nella comune di La Morra, è possibile dare vita ad un metodo classico di grande corpo e struttura, impreziosito da un complesso bouquet aromatico.

Il vino che vedete in foto sprigiona un giallo quasi dorato.

Un Brut che lascia una lunga persistenza olfattiva. Abbiamo puntato sul “Punte dei tre Ciabot” perchè offre un punto di vista interessante. Il metodo classico può essere esaltato anche con vitigni diversi dallo Chardonnay e dal Pinot Nero. Ma anche che il Nebbiolo può offrire panorami diversi dalla tradizione.

Una bella ventata di freschezza.

Bollicine di Prosecco

Mongarda, Prosecco Superiore DOCG Brut, Valdobbiadene

Anche il prosecco di Valdobbiadene ci ha regalato molte soddisfazioni. Abbiamo scelto il brut dell’azienda Mongarda a rappresentare i metodo Charmat italiani. Un’azienda che risiede a Colle San Martino e suddivide i suoi 12 ettari di superficie vitata in sette parcelle. La bellezza di questi vigneti in pendenza su discese collinari mostra tutto il fascino di Valdobbiadene e dintorni. In questo vino ritroviamo tutta la fragranza del glera. Una bollicina fine ed elegante. I profumi delicati lo rendono un ottimo compagno di viaggio per gli aperitivi. La freschezza al palato ed il brio nel retrogusto ne esaltano la bevibilità.  Un vino che portato a tavola incontra facilmente i gusti degli amanti del prosecco.

Bianco indimenticabile

Dipoli, Voglar 2015, Sauvignon Blanc.

Dipoli
Dipoli

E’ come un trofeo. Da mettere in bacheca come una delle degustazioni più affascinanti di Sauvignon Blanc del 2018. Dipoli è una pietra miliare del panorama vitivinicolo alto atesino. Non ha bisogno di presentazioni ne di essere raccontato. E’ un’azienda che si racconta da se. Dobbiamo invece sottolineare l’espressività di questo Sauvignon Blanc che ha un equilibrio e una finezza fuori dal comune. Ne abbiamo parlato in dettaglio nel nostro articolo post Vinitaly 2018. Entra di prepotenza in questa classifica dopo una lunga disputa tra tutti i Sauvignon Blanc degustati. Scelta difficile. Forse avremmo dovuto fare un articolo “I migliori Sauvignon Blanc 2018”. Il tempo è tiranno e non possiamo scrivere ogni nostra idea. Dobbiamo selezionare. E a malincuore dobbiamo selezionare anche i vini che entrano a far parte di questa nostra classifica personale.

Il bianco che invecchia

Luigi Boveri, Filari di Timorasso 2010.

Filari di Timorasso 2010
Filari di Timorasso 2010

Luigi Boveri e la sua cantina hanno impreziosito l’anno passato. Non solo con i suoi vini di cui abbiamo già sottolineato l’importanza. Ma soprattutto per la filosofia di questo produttore, la sua tenacia ed il suo modo di fare vino. Assaggiando la 2010, ovvero un Timorasso con 8 anni di vita alle spalle, ci siamo subito accorti che questa degustazione sarebbe entrata tra le unicità. Ovvio quindi riportarla in questo breve elenco.  Il ricordo rimane vivo se si ha la possibilità di degustarla in verticale con altre annate di questa azienda. Noi lo abbiamo fatto, e siamo riusciti a valutare il modo in cui questo Timorasso invecchia con nobiltà.

Anfore e terroir

anfora
anfora

Cantina Imperatori,  Segreto Verde, in anfora.

Un vino che soddisfa due intenti. Riportare un’esperienza degustativa in anfora e sottolineare l’interesse che sta suscitando in noi il Frascati negli ultimi mesi. Cantina Imperatori è riuscita a fornirci il pretesto di inserire in elenco il “Segreto Verde” proprio perché ha proposto un lavoro ben fatto in anfora e rispecchia fedelmente l’impegno e gli investimenti che questo territorio sta facendo nel mondo vitivinicolo.

E’ stata una delle visite in cantina più lunghe che abbiamo fatto quest’anno. Una delle più intense. E’ soprattutto un percorso conoscitivo che entra di diritto nei nostri ricordi 2018. Abbiamo approfondito  questa esperienza in un recente articolo proprio sulla Cantina Imperatori.

Allo stesso tempo la cultura delle anfore doveva essere premiata perchè nel 2018 ha coinvolto molti produttori nel suo mondo.

In questo vino anfora e terroir creano una piacevole  armonia olfattivo – degustativa.  La riscoperta del trebbiano verde promuove il nuovo spirito delle aziende territoriali. L’anfora dona quei sapori unici e autentici a chi sceglie questo affinamento.

Un bel mix che ha attirato indubbiamente la nostra attenzione.

Rosati e biologici

Amastuola, Onda Rosa 2017.

Scendiamo in Puglia e raccogliamo le meraviglie che può regalarci il binomio rosato e biologico. Approfittiamo per mettere nella top ten un aglianico. Il prodotto targato Amastuola ha attirato la nostra attenzione per il fatto di non temere di comparire. Acidità e struttura lo rendono un rosato moderno, al passo con i tempi. A tavola si fa sentire senza dove alzare la voce. La sapidità e la mineralità lo rendono particolarmente gradevole. Si fa bere con facilità invocando sempre e comunque un minimo di attenzione. Non gli piace passare inosservato. E a noi piacciono i rosati che si fanno rispettare con educazione.

Autoctoni e viticoltura eroica

Cybo Magnum Massaretta
Cybo Magnum Massaretta

Roberto Castagni (Vini Apuani), Cybo 2016

Grazie a Roberto Castagni abbiamo potuto riportare in una sola cantina un binomio interessante. Ovvero vino autoctono e viticoltura eroica.  Tra questi 10 vini volevamo dare spazio a quei vitigni che stanno tornando in auge e che spesso trovano vita nelle zone più impervie. Questa Massaretta (o Barzaglina) del 2016 fa al caso nostro. Abbiamo riportato il nostro incontro con Roberto Castagnini in un articolo del luglio 2018 dove sono stati raccontati anche i suoi vini.

Abbiamo avuto modo di incontrare Roberto più volte nel corso dell’anno ed ogni volta abbiamo appreso ed imparato qualcosa di nuovo. Ma soprattutto ci ha raccontato una zona, Colli Apuani, che troppo spesso è passata con leggerezza tra i nostri progetti di enoturismo.

Questo il terzo elemento per cui Cybo 2016 è stato riportato in elenco. Può raccontare una doc che ha molto da proporre.

Nella foto una Magnum 2016 che assaggeremo in futuro, perchè questa Massaretta evolverà. Ed evolverà bene.

La certezza

Tenuta Santa Maria, Gaetano Bertani, Amarone della Valpolicella Classico Riserva DOCG 2012.

Abbiamo raccontato la nostra visita alla Villa Mosconi Bertani e alla cantina Tenuta Santa Maria in un precedente articolo. Un’ Esperienza con la carta d’identità dove alla voce note troviamo scritto “Indimenticabile”. Scendere nelle cantine dove fu scoperto l’Amarone è una emozione più unica che rara per gli appassionati del settore.

Il loro Amarone della Valpolicella entra in questa top ten per un motivo molto semplice. L’assaggio dell’annata 2012 ci ha inviato un messaggio chiaro: con il tempo questo vino ci regalerà grandi soddisfazioni. Una di queste bottiglie è ora nella nostra cantina e avremo la pazienza di aspettarlo. Un’ amarone che fin da bambino fa capire chi è. Un vino che dopo 6 anni ci ha mostrato la cornice in cui sarà inquadrato. Ci fidiamo.

Grandi annate

Poliziano, Vigna Asinone 1995.

Vigna Asinone
Vigna Asinone

Anche in questo caso avremmo potuto scrivere un’enciclopedia. Potete capire quanto ci è costato estrapolarne uno.  La differenza in questo caso la fanno pochi dettagli.  Insignificanti per alcuni di noi mentre sono importanti per altri. E viceversa.

Abbiamo degustato questo vino ad inizio 2018. Dal cilindro è uscito il suo nome per la splendida bevuta. Molto lunga. Intensa. Una degustazione che non  è facile da raccontare. Dove i punti di vista si intrecciano e si rincorrono. Questo è ciò che ha maggiormente contribuito al podio. La post bevuta è stata ricca di riflessioni. Un vino che ha saputo trasmettere qualcosa in ogni degustatore rendendo l’assaggio complesso ma allo stesso tempo entusiasmante.

Insomma il vino che ci ha fatto parlare di più. Sarebbe banale aggiungere altro, e a buon intenditor poche parole bastano.

Passito che non passa inosservato

Scacciadiavoli, Sagrantino Montefalco Passito 2006.

Scacciadiavoli passito
Scacciadiavoli passito

Sicuramente tra i passiti assaggiati è quello che più gli piace mettersi in mostra. Abbiamo scelto questo vino del 2006 perché dopo 12 anni ci ha dato un pacca sulla spalla ed ha esclamato “Bravi. Avete fatto bene ad aspettarmi”. Ma in realtà lo avremmo chiuso di nuovo. Sigillato. E aspettato ancora. Un vino che ha carattere, forza. E’ ricco al naso ed in bocca. Ma soprattutto è un vino che ha saputo entusiasmare tutti. Un passito che fa della dolcezza il valore aggiunto e non la sua unica peculiarità. Raccoglie bene l’anima umbra di questo vitigno e lo addolcisce, lo rende morbido ma elegantemente prepotente.

La cantina Scacciadiavoli ha creato questo prodotto che abbiamo degustato negli ultimi giorni del 2018 e che in un colpo solo ha schiarito le nubi e ci ha indicato il decimo dei top ten di Enoracolo.

E voi cosa avete bevuto nel 2018 che vi ha particolarmente colpito? condividete con noi la vostra Top Ten.