Come scegliere il nome giusto per il tuo nuovo vino

Scegliere nome vino
Scegliere nome vino

Come scegliere il nome giusto per il tuo nuovo vino. Hai passato un anno tra vigna e cantina, combattuto contro il freddo e il caldo, investito tempo e denaro per prevenire parassiti e malattie, vendemmiato  senza risparmiare una goccia di sudore. Hai passato intere giornate a valutare e controllare il tuo prodotto dal raccolto alla vinificazione, fino all’imbottigliamento. Nasce così il tuo nuovo vino. Il progetto di arricchire la tua cantina con una nuova etichetta inizia a prendere forma, e con essa le speranze riposte in un nuovo prodotto che possa accrescere ancor di più il prestigio dell’azienda. Oppure è il tuo primo vino e per te inizia un’era nuova, quella del vignaiolo. Qualunque sia la vostra strada, da dovunque provieni ti troverai di fronte lo stesso ostacolo: quale nome scegliere per il nuovo arrivato.

La scelta di una parola (o delle parole) che possa identificare il tuo vino è un passo importante. Denominare un prodotto è una scelta irreversibile. Una volta fatta non si torna indietro ed il tuo vino sarà riconosciuto e chiamato per sempre con il termine che gli hai affibbiato.

Chiaramente il successo o meno dipende senza dubbio dal contenuto della bottiglia ma è indiscutibile che per la vendita, l’acquisto e tutto ciò che accompagna un vino, lo si fa chiamandolo per nome. Il nome lo identificherà nei ristoranti, nelle manifestazioni, nelle enoteche ma anche on line.

LE REGOLE BASE

Quelle che elenchiamo sono una serie di regole generiche valide per scegliere un nome senza incorrere in errori che potrebbero ostacolare la commercializzazione del prodotto.

Prima regola: meglio corto

Un nome lungo è difficile da ricordare. Quando un acquirente entra in una enoteca e cercherà il tuo vino potrebbe non ricordarlo a causa della lunghezza. Un nome breve è più facile da memorizzare anche per le menti pigre, ed è anche più facile da associare mnemonicamente a qualche ricordo. Non c’è una lunghezza prefissata o un massimo da rispettare. Nomi troppi lunghi e composti da più parole diventano ostici alla lettura, alla scrittura e alla vocalizzazione. Per esempio anche se hai un vecchio calesse che dimora di fronte alla vigna della tua azienda non è consigliabile un vino in suo onore denominato “Il vecchio calesse di Villa Sandra”. Cercate qualcosa di più semplice e diretto.

Seconda Regola: Semplice e diretto.

Ripartiamo a qui. La semplicità del nome è una delle chiave che lo rendono memorizzabile. Nella semplicità riusciamo a raggiungere il consumatore in modo diretto. Attenzione però a non cadere dal semplice al semplicistico. Il semplicistico porta alla banalità e un nome banale rischia di presentare in altrettanto modo il tuo vino. Per semplice intendiamo qualcosa che sia facile da ricordare, non per questo debba peccare di fantasia e originalità. Chiamando il tuo prodotto “Il rosso buono” puntate sul semplicistico, certo è facile da ricordare ma allo stesso tempo anonimo.  Tornando magari all’idea del calesse potresti accorciare il nome precedente in “Vecchio calesse”.  Già iniziamo ad avvicinarci.

Terza regola:  Mai utilizzare termini negativi

Per quanto possano essere affascinanti alcuni termini dobbiamo fare attenzione a non rischiare di inviare un messaggio negativo. Il nome deve generare positività, curiosità, deve puntare sulle qualità del prodotto, devono emergere gli aspetti che possano suscitare interesse.  A nessuno verrebbe mai in mente di chiamare il proprio vino “l’acescente”, ma vi assicuro che non bisogna sbilanciarsi così tanto per rischiare di dare alla bottiglia una connotazione dispregiativa. Attenzione quindi a non utilizzare parole che possano scoraggiare l’utente finale all’acquisto orientandosi invece verso segnali di attrazione ma che soprattutto sia gradevole e susciti simpatia.

Quarta regola: prediligi l’internazionalità.

Chiarisco subito il concetto. Non intendo consigliarti di utilizzare nomi in inglese. Ti consiglio invece di valutare che il nome tradotto in un’altra lingua possa risultare negativo. Potrebbe suscitare ilarità, oppure offesa. Peggio ancora potrebbe essere ridicolo o imbarazzante. Chiaramente non possiamo verificare il termine per ogni lingua, cerchiamo però di farlo per le lingue principali. In particolare cercare di evitare parole la cui pronuncia possa avere un significato offensivo in una lingua diversa dall’italiano. Nel caso ciò dovesse accadere c’è il rischio che ogni volta si parli del vostro vino si faccia riferimento in modo ironico al doppio significato.

Quinta regola: evitiamo doppi sensi ridicoli.

Ciò non vuol dire evitare il doppio senso, che potrebbe essere utile se si allude a due cose comunque piacevoli e interessanti, magari stimolando un confronto o delle idee. Evitiamo invece doppi sensi che possano generare confusione o peggio ilarità fino a cadere nel grottesco. Il vostro nome deve risultare simpatico ma allo stesso tempo avere un profilo di assoluta serietà. Il rischio è quello di ritrovarci nella stessa situazione della regola precedente. In questo caso, però, scoprire il doppio senso è molto più facile, ci si accorge subito se il nome può essere storpiato e reso ridico o imbarazzante.

Sesta Regola: deve essere originale.

Mi sembra quasi scontato ricordarti che il vostro vino sarà riconosciuto anche grazie ad un nome originale. Impossibile richiedere l’unicità  a meno di inventarti un termine ad hoc, ma evita di associare alla bottiglia nomi già esistenti nel vostro settore e in quelli adiacenti. La prima cosa da fare è verificare se qualcuno prima di te ha avuto la stessa idea. Ciò è molto facile, basta andare su google e digitare il nome scelto insieme alla parola “vino”. Se già esiste quasi sicuramente apparirà nella ricerca. Ti consiglio di fare la stessa cosa per tutto il settore bevande. Questo consiglio non è da sottovalutare, si rischia di correre il pericolo di utilizzare un nome che appartiene ad una bevanda energetica oppure una bibita con aggiunta di zucchero e anidride carbonica. Sarebbe una figura epocale.

Settimana regola: taglio moderno o antico? Non so.

Non sempre si riesce in questa impresa. Dare un taglio moderno al nome significa utilizzare una terminologia attuale. Classica delle nuove tecnologia. Non sto dicendo di utilizzare le abbreviazioni stile sms ( tvtb) ma giocare ad esempio sull’accoppiata lettere e numeri. Ad esempio se decidi di chiamare il tuo vino l’Annoverato puoi utilizzare la scrittura An9rato. Molto azzardato e soprattutto molto orientato al web e poco alla realtà. Allo stesso tempo potete utilizzare un termine in latino con il rischio di mettere in crisi la pronuncia dell’acquirente. Insomma su questo aspetto non possiamo darvi certezze. Dovete essere voi a progettare la vostra strategia e capire se può funzionare o meno cercando di farlo sposare con le regole sopra esposte.

COME PROCEDERE

Adesso che i requisiti minimi sono chiari vediamo come muoverci nell’intricato mondo dei  nomi. Ti starai chiedendo se c’è una strada da seguire, un procedura cui affidarsi. Per questo possono venirci incontro alcune idee su come procedere.

Cerca un rimando al settore.

Per prima cosa cerca di focalizzare che stai vendendo vino e che il nome da voi scelto dovrà collocarsi in questo settore merceologico. Il consiglio non è fiscale in quanto possono esserci nomi assolutamente al di fuori del mondo enologico che però possono essere utilizzati con facilità ed in grado di raccogliere consensi. Ma se proprio brancolate nel buio la cosa più semplice è rimanere nel vostro spazio di conoscenze.  Potete utilizzare nomi che rimandano alle botti, all’uva, alla vendemmia, a tutto ciò che ha a che fare con il vostro prodotto e che possa identificarlo in questa nicchia di mercato. In seguito potete iniziare ad allargare il vostro raggio di azione.

Dai un’occhiata alla concorrenza.

Ricorda che percorrere le strade battute da altri può essere utile. Il percorso conosciuto è più facile da affrontare, si possono avere spunti interessanti. Quello che dovrai fare è comunque rimanere nell’ottica dell’originalità, quindi evita di scopiazzare il nome ad altre aziende. L’obiettivo è un altro. Dovrai esaminare i prodotti simili e che hanno avuto successo, scoprire il segreto del loro nome e rimanere sul pezzo. Se proprio sei affezionato ad una definizione oppure sei rimasto affascinato da un termine già utilizzato puoi comunque riciclarlo modificando il suffisso o il prefisso. Questo gioco è stato utilizzato ed anche con discreto successo. Ma io vi invito a mettere voi stessi nella vostra etichetta. In conclusione, spia il nemico ma con l’obiettivo di farti accendere una lampadina.

Deve essere conforme al web.

La dura realtà è che la tua etichetta si confronterà nel web. Migliaia di utenti digiteranno il suo nome in cerca di informazioni, schede tecniche, negozi in cui acquistarlo. Se hai rispettato i dettami precedenti siamo sicuri che il nome sarà facilmente ricordabile, digitabile e della giusta lunghezza. Ora devi decidere se creare un luogo ad hoc per questo vino sui social e sul sito web oppure aggregarlo agli altri prodotti aziendali. Nel caso ti orientassi per la prima opzione ti dovrai adoperare per creare pagine social che possano promuoverlo. Diventa quasi necessario aggiungere tra i vari requisiti anche la sua propensione web. Chiediti se esiste già un sito o una pagina Facebook con lo stesso nome. In caso affermativo già parti in svantaggio. Se così non fosse allora la tua scelta ha già i requisiti minimi necessari per il mercato online.

Deve parlare di voi.

Su questo tema si apre un mondo. In realtà potrebbe tradursi in un semplice “deve dire chi siete”.  Semplice a dirsi ma non a farsi. Un’azienda non può tradursi in un termine. Dietro spesso ci sono storie di tante generazioni.  Ci sono territori più o meno vasti. Ci sono uno o più vitigni. Ma soprattutto ci sono delle persone con le loro tradizioni. Questo è il momento in cui dovete fare affidamento su voi stessi e difficilmente possiamo aiutarvi. Qualche consiglio però possiamo darvelo.

Tra le varie scelte spesso si opta per utilizzare il nome di una particolare parcella di terreno se questa è particolarmente vocata. In alternativa si può utilizzare un particolare riferimento estetico o strutturale dell’azienda ( ricordate il calesse?). Altre volte si può utilizzare un particolare frammento storico dell’azienda o della famiglia. Insomma di spunti ce ne sono molti. Guardatevi intorno e vedrete che i vostri luoghi sono dei suggeritori preziosi.

Brainstorming.

Ovvero una tempesta di cervelli. E’ un termine inglese utilizzato negli ultimi anni in cui tutte le menti di un’azienda si incontrano e ognuna pone le sue idee senza censure. Ogni partecipante dirà il primo nome che gli viene in mente e che gli sembra geniale in modo da metterlo al giudizio di tutti i presenti.

Coinvolgete i membri della famiglia e magari dell’azienda, almeno i più stimati. Fate partecipare amici o persone di cui avete fiducia e che sappiano essere creativi. Incontratevi un pomeriggio davanti al vostro vino se volete, e dopo averlo assaggiato e aver raccontato la sua storia ognuno fornisce il proprio contributo. Segnate ogni idea. Scrivetela. Al termine del brainstorming fate l’elenco in ordine di preferenza. Proprio così. Dal nome che vi piace di più a quello che vi aggrada meno e vedete se risponde ai punti sopra riportati. Sicuramente troverete uno o più nomi che soddisfano le richieste.

Bene, avete preso in considerazione tutte queste idee e accorgimenti. Puoi iniziare a scegliere il nome per il tuo vino e quando lo avrete fatto ti aspetta la salita. Non sto scherzando. Resta la parte più difficile.

FEEDBACK : IL NOME PER IL TUO VINO

Avete trovato un nome chi vi piace e soddisfa tutti i requisiti sopra citati. Ma è quello giusto? Piace a voi ma piacerà al mercato? Avrà successo?

Rispondere a queste domande non è mai facile. Soprattutto non si sa chi possa rispondere se non il mercato stesso. Nel frattempo potete fare qualcosa. Ossia creare voi il vostro mercato in miniatura.

La procedura che segue è simile al brainstorming di cui abbiamo già parlato. Invitate un certo quantitativo di persone, non solo esperti del settore. Serve un campione che sia eterogeneo. Invitatelo con la scusa di fargli assaggiare il vostro vino e per l’occasione chiedete loro cosa ne pensano del nome. Le domande devono essere dirette. Consiglio di preparare dei voti anonimi in modo tale da rendere i presenti liberi di offrirvi pareri negativi. Anche voi dovrete essere pronti ad accettarli. Chiedete se gli piace il nome, e in caso negativo fatevi dare delle motivazioni. Chiedete se acquisterebbero il prodotto su uno scaffale leggendo il nome che avete scelto. Se per loro è facile da ricordare. Chiedete se lo reputano serio o ridicolo. Fategli le domande che voi stessi vi siete posti al momento di aver fatto la scelta.

Il giorno dopo valutate le opinioni per capire se la nuova etichetta ha riscosso successo o meno. In caso di fallimento sta a voi ricominciare il processo da capo oppure rimanere sulla vostra posizione nel caso in cui le motivazioni non siano sufficienti a giustificare passi indietro. Nel caso in cui le opinioni sono per la maggior parte positive allora potrete dirvi di avervi tolto un macigno dalle spalle e che avete in tasca il nome per il nuovo arrivato.

CONCLUSIONI

Pensavi fosse più facile scegliere un nome per il tuo vino? Ti stai scoraggiando? Non preoccuparti, se il panico e l’indecisione vi assale potete sempre affidarvi a degli esperti che fanno consulenze per brand naming. Tenete presente che i consigli sopra riportati non possono essere esaustivi e sostituire un professionista, ma seguendoli vi aiuteranno a schiarirvi del idee e magari presentarvi dal vostro consulente senza essere a digiuno della materia, soprattutto sarete in grado di fornirgli tutte le informazioni e il sostengo richiesto.

Se invece appartenete alla frangia degli intrepidi allora datevi da fare e iniziate il percorso ricordando che il successo del vostro vino è legato in maniera preponderante al contenuto della bottiglia. Ma come tutte le buone bottiglie anche la vostra merita un adeguato biglietto da visita.