Aglianico a Roma 2019. Racconto in calici.

Aglianico a Roma
Aglianico a Roma

Con la seconda edizione di “Aglianico a Roma” la capitale ha trovato il suo punto di riferimento per quanto riguarda uno dei vitigni più importanti della penisola.  L’evento organizzato da Riserva Grande ha ottenuto un successo che non fa altro che confermare i buoni auspici dell’anno precedente. Se il 2018 era stata l’edizione di lancio, quella del 2019 proietta “Aglianico a Roma” tra le manifestazioni da non perdere.

L’evento di Riserva Grande.

Riserva Grande ci ha ormai abituato ad eventi di sicuro interesse e di alta promozione della cultura del vino. In questa occasione ha fornito materiale di primissima qualità per divulgare la conoscenza e l’approfondimento dell’Aglianico, dalle pendici del Taburno al Cilento. Ma soprattutto con una verticale di Taurasi Mastroberardino dal 1997 al 2012.

L’importanza della manifestazione capitolina è stata elevata dalle oltre 90 cantine presenti che hanno proposto il vitigno in tutte le sue tipologie incluso lo spumante, rosato oppure vinificato in bianco. Ma soprattutto su terreni più vocati, dal Taburno alla provincia di Avellino, ma anche Vulture e Puglia.

Come accade per tutte queste tipologie di manifestazioni vorremmo raccontarvi tutto. Riportarvi ogni singola degustazione.  Trascrivere ogni conversazione avuta con i produttori. Dobbiamo invece limitarci a pubblicare solo una piccola parte. Una nostra selezione delle migliori emozioni che abbiamo provato.

Vi raccontiamo Aglianico a Roma in pochi assaggi che, come sempre, riportiamo senza un’ ordine di preferenza ma così come sono stati effettuati.

La nostra degustazione

Cantine Strapellum, Nibbio Bianco. Una degustazione fuori dall’ordinario. Le loro vinificazioni in bianco, dai quali hanno ottenuto non solo il Nibbio Bianco ma anche uno spumante brut, entrano di diritto in questo diario dei ricordi. Ritroviamo la potenza e la forza del vitigno. Il carattere dell’Aglianico è ben rappresentato. Vivace e scalpitante. Al naso si esprime con un bouquet ampio, armonioso e definito.  Una bevuta discretamente lunga che lascia in bocca la vigoria del vitigno.

Fattoria Le Rivolte, Mongolfiere a San Bruno. Vinificazione in rosato di questa bella realtà del Taburno.  Tra i vigneti di Torrecuso prendono vita circa 5.000 bottiglie di questo degno rappresentante dei rosati a base Aglianico della zona.  Un vino che non abbassa mai la guardia. E’ sempre presente al naso e al palato. La delicatezza olfattiva insieme alla struttura e al corpo lo rendono fresco e sfacciato al naso così come forte e deciso in bocca.

Casa Vinicola D’Angelo, Aglianico del Vulture DOC. Verticale di tre annate per valutare la qualità di questo vino. Dalla 2015 fino alla 2012 passando per la 2013. Un’azienda che ha fatto la storia del Vulture e che è sempre rimasta al passo con i tempi, rinnovandosi con le ultime generazioni. Un vino che segue la modernità ma che allo stesso tempo si ricorda da dove viene. Naso deciso, pulito, intenso. In bocca si fa rispettare. Queste le caratteristiche che demarcano l’azienda in queste tre annate che regalano, ognuno a modo suo, emozioni diverse con il passare del tempo.

Azienda Perillo, Taurasi DOCG. In degustazione le annate 2007 e 2008. Un saggio di come può invecchiare questo vino e cosa può regalare. Tra i monti Picentini e il fiume Calore si distendono i vigneti dell’azienda ad un’altezza di 500 metri circa su terreno vulcanico. L’azienda in questa condizioni riesce a ottenere l’habitat naturale per produrre Taurasi di buona complessità. Gli oltre dieci anni di invecchiamento regalano sensazioni olfattive terziarie importanti e una spiccata mineralità. Vino in completo equilibrio olfattivo e gustativo. Retrogusto aristocratico. Un fortuna averlo degustato.

Azienda agricola Di Meo, Hamilton Taurasi Riserva 2007 DOCG. Ci spostiamo a Montemarano, rimanendo sempre nella provincia di Avellino, per degustare una delle perle dell’azienda Di Meo. Vino dedicato a Sir William Hamilton per il suo contributo ad aver reso Napoli nel 1700 una delle mete del Grand Tour. Vigneti ad un’altezza di circa 800 metri in una delle zone più vocate per l’Aglianico. Produzione in vigna molto bassa, circa 40 quintali per ettaro. Invecchiamento di 24 mesi in legno seguito da un ulteriore affinamento in bottiglia prima di essere messo in commercio.

Ci troviamo di fronte ad una edizione limitata a poche migliaia di bottiglie. Naso elegante, palato elegante, retrogusto elegante. Un vino che ha ancora longevità nonostante i quasi 12 anni sulle spalle. Un Taurasi affascinante.

Questo il nostro riassunto in calici di “Aglianico a Roma”. Aspettiamo di conoscere cosa avete assaggiato e cosa vi ha colpito di più in questa manifestazione.