Come degustare un vino. Sei principi che ti hanno nascosto.

Come degustare un vino è un argomento fin troppo dibattuto. Non staremo a qui a dirvi come si tiene il calice, come ruotarlo, quanto tempo tenere in bocca un vino e quanto versarne nel bicchiere. Sono cose che già sapete. Lo avrete imparato sulla vostra pelle. Oppure avrete assimilato queste tecniche in un corso sommelier. Forse qualche amico può avervi erudito in merito. Ma qui siamo nel mantra della degustazione oggettiva. Mentre noi vogliamo darvi i segreti per una degustazione consapevole. E per consapevole intendiamo nel pieno delle nostre facoltà e intenzioni. Consapevoli del valore e del contenuto di ciò che andremo a valutare. Purtroppo queste piccole regole su come degustare un vino vengono spesso dimenticate, esaltando l’aspetto più tecnico e accademico. Sei piccoli accorgimenti che cambieranno per sempre il tuo approccio alla degustazione.

INFORMATI SU CIO’ CHE STAI ASSAGGIANDO

Questo è il principio opposto alla tanto amata degustazione alla cieca. Ebbene dimenticatela in questo momento. Bisogna calarsi nella parte e per farlo bisogna conoscere al meglio la scena. Ed in questo caso la scena è la cantina di cui stai assaggiando il vino. Non può esserci consapevolezza se non si ha conoscenza delle radici di un prodotto. Le radici sono i luoghi in cui è cresciuto, le persone che lo hanno formato, la filosofia che si cela dietro il loro lavoro. Una degustazione che esula dai meandri della mera oggettività per calarsi in una immersione nella scienza richiede il recupero della carta d’identità di un vino. E non basta leggere l’etichetta.

Il nostro consiglio è quello di fare un piccolo sforzo prima di stappare la bottiglia. Recatevi sul sito web dell’azienda o sui canali social ed iniziate a conoscerla. Troverete sicuramente informazioni sull’etica e la mission aziendale. Chi sono i proprietari e da quanto tempo perseguono questa attività. Sarà possibile trovare i metodi di vigna e cantina. Così come potrebbe essere facile trovare numeri e dati come ettari di superficie vitata o bottiglie prodotti. Molti siti hanno una pagina “dicono di noi” oppure una bacheca dei trofei. La prima non perdetela, la seconda evitatela come la peste. Qui è possibile trovare i riconoscimenti e le approvazione del loro lavoro. Leggere premi e coppe rischia di creare aspettative in voi. Un pò come avviene al momento di conoscere il prezzo. Tratteremo questo argomento nel sesto punto.  Già che ci siete date una sfogliata a tutti i loro prodotti e non solo l’etichetta che degusterete.

Fare questo lavoro preparatorio vi garantisce un approccio alla bevuta con cognizione di causa. Saprete cosa ricercare in quei respiri e in quei sorsi.

RICONOSCETE ZONA E VITIGNO

Questo discorso è simile al precedente. In Italia abbiamo la fortuna di avere una grande ricchezza di varietà ampelografiche e territoriali. Dietro si celano caratteristiche, peculiarità, storie, tradizioni, complessità e unicità. Se non conoscente il vitigno che state per assaggiare perdete una occasione. Che pregi e difatti ha? Quale sono le sue complessità produttive? Dove rende meglio? E tante altre domande cui la vostra bevuta non può rispondere. Stessa cosa dicasi della zona di riferimento. Quale vitigni riescono meglio? Quali vini sono più pregiati? Che tecniche sono utilizzate nelle vinificazione? Quali sono le norme che ne regolamentano la produzione?

Sembrano molte queste informazioni ma vi assicuro che sono di facile reperibilità e che si assimilano in pochi minuti. Nessuno vi chiede di studiarle per preparare l’esame di enologia. Ma solo per cultura personale. Conoscerle permetterà di pesare adeguatamente il vino che vi apprestate a degustare.

DIMENTICATE PRODOTTI SIMILI

Spesso quando ci si appresta ad assaggiare un vino , la prima operazione che si fa è la sua catalogazione con prodotti simili. Se aprite un Barbera d’Asti torneranno alla memoria etichette che avrete assaggiato e la vostra mente si setterà su quei parametri. Questo esercizio mentale rischia di portare i vostri sensori ricettivi a cercare cose che non esistono. Una sorta di cattiva abitudine alle aspettative. Il rischio è di sottostimare la bevuta o di renderla scontata. Se state bevendo un Barbera D’asti chiedetevi come è stato fatto, chi lo ha prodotto, in che modo è stato vinificato. Non chiedetevi se sarà meglio o peggio di un competitor. Anche perché, nel momento in cui lo assaggiate, il competitor non c’è.

DEDICATEVI TUTTO IL TEMPO NECESSARIO

Una degustazione consapevole ha bisogno di tempo. Non mi stancherò mai di ripetere che i nostri sensori hanno enorme capacità di captare i profumi e il nostro palato ha un potere enorme di riconoscere i gusti. Ma a differenza dei sensori elettronici, quelli umani hanno bisogno di più tempo perché le note olfattive – gustative devono essere tradotte in emozioni per poter essere rielaborate dalla mente, la quale poi in base a questi input cerca nel suo database la giusta corrispondenza.

Il consiglio è quindi quello di dedicarsi il piacere di una degustazione. Non dovete avere fretta di saltare le fasi. Se una olfattiva ha bisogno di essere ripetuta più volte non è un problema. Fate passare un po’ di tempo tra una percezione e l’altra. Date modo alla vostra mente di liberarsi degli input appena incamerati. Stessa cosa dicasi dell’assaggio. Non deve essere un problema portate il calice alla bocca più volte. Purchè lo si faccia in tempi adeguati. La fretta è cattiva consigliera. Deve essere bandita da ogni manuale che tratti come degustare un vino.

NON GIUDICARE

Spesso il giudizio che si da è anticipato rispetto al momento in cui si hanno tutte le informazioni per valutarlo. Siamo a abituati fare un veloce excursus di tutte le fasi gustative con la fretta di emanare un verdetto. Oggi poi va di modo assegnare un punteggio alla propria esperienza. Dimenticatelo. Anzi non ponetevi assolutamente il problema. Se proprio desiderate fatelo a freddo, ovvero fate passare un po’ di tempo dalla fine della degustazione e poi chiedetevi come è stata.

Questo aspetto è fondamentale perché anticipando una valutazione questa diventa indiscutibilmente un pregiudizio e tutti sappiamo come il pregiudizio renda fallimentare ogni stima. Liberatevi quindi dalla possibilità di crearvi preconcetti mentali.

IL VINO NON E’ UN PREZZO

Chiaramente se avete acquistato voi stessi la bottiglia è chiaro che non potete far finta di non conoscere il prezzo. Però voglio che sappiate che questa è l’unica vera informazione che non dovreste avere. Perchè il prezzo è la linfa vitale del pregiudizio. Di solito i degustatori posso predisporre due atteggiamenti compromissori diversi rispetto al suo valore in euro.

Coloro che si approcciano alla vino con grandi aspettative perché è costato molto, o con pessimismo se costato poco. Altri che invece mettono indubbio il valore dell’etichetta perché non reputano bilanciato il rapporto qualità prezzo. Bene la degustazione non ha nulla a che veder con il giudizio rapporto qualità prezzo. Questa valutazione entra nel merito economico della bottiglia e non nel merito sensoriale. Includerla rischia di far fallire la nostra esperienza. La valutazione consapevole della degustazione è un parametro che serve ad indicare il valore emozionale. Che poi possa valere o non valere il prezzo di acquisto lo giudicheremo in un secondo momento. Quando decideremo se abbiamo investito bene i nostri soldi e se lo acquisteremo di nuovo in futuro.

Sei accorgimenti fondamentali per non inficiare una degustazione seria, oggettiva e consapevole. Siete voi , il vino e la cantina. Dovete conoscervi a vicenda e verificare se tra voi c’è un nesso emotivo libero da cattive abitudini. E adesso che sai tutto su come degustare un vino , buon assaggio.