Perchè il vino è solidarietà, altruismo e bontà d’animo.

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Perché il vino è solidarietà, altruismo e bontà d’animo.

  Che il vino sappia regalare emozioni  è una storia vecchia quanto il mondo, e dalla notte dei tempi si raccontano e tramandano.  Raramente però si parla di quelle emozioni  che nascono ancor prima di stappare la bottiglia e versare il prezioso nettare nel calice. Facciamo riferimento a quell’ insieme di gesti, fatti e parole che il mondo del vino compie ogni singolo giorno senza aver bisogno di bagnare le labbra dei degustatori.

Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto lezioni importanti dal mondo enologico.  Dai bevitori meno smaliziati ai degustatori più evoluti non hanno potuto non notare che il settore vitivinicolo sta dispensando nozioni di solidarietà, altruismo e bontà d’animo. Le aziende, piccole, medie o grandi, stanno dimostrando di andare oltre il prodotto e il mercato. I produttori da tempo stanno spingendo verso un approccio solidale dei vini dove alla qualità del prodotto e alla soddisfazione del cliente si aggiunge il sostegno verso l’altro.

Oggi quindi sembra doveroso spendere due righe per parlare del “dietro le quinte”, spesso dimenticato, di ciò che può fare questo settore.

Gesti esemplari

Pochi mesi fa, durante il Vinitaly era stata evidenziata una crescita delle aziende che sposano progetti sociali, ovvero viticoltori che legano i loro prodotti a piani di solidarietà verso le fasce più deboli con l’intento di sostenere le persone in difficoltà ed integrarle nel mondo del lavoro. Disabili, donne che hanno subito violenze, immigrati, ex detenuti e tante altre categorie sociali trovano in queste aziende una seconda possibilità.

Nel momento in cui stiamo scrivendo l’articolo sta andando in onda, su 150 piazze italiane, una raccolta fondi per soggetti affetti da SLA. Dietro questa iniziativa troviamo 300 volontari e 15.000 bottiglie di Barbera d’Asti DOCG. Conti alla mano parliamo di 100 bottiglie a piazza acquistabili con un contributo di 10 euro. L’iniziativa, ad opera della regione Piemonte e del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato,  ha visto impegnarsi 15 aziende vitivinicole che proporranno in vendita le etichette che hanno avuto una valutazione superiore a  85/100. Ci sembra chiaro l’intento di fornire vino di qualità per avvicinare il consumatore alla donazione spontanea.

Dall’altra parte del globo giunge a fine luglio una notizia alquanto curiosa. Vino e musica si uniscono per aiutare i senzatetto. I Pearl Jam, storico gruppo grange rock americano, firma un’etichetta di vino composta da Syrah e Cabernet, acquistabili in casse da 4 bottiglie alla cifra di 150 dollari per un totale di 450 casse. Obiettivo della band di Seattle,  reperire fondi per aiutare chi non ha un casa così come suggerisce il nome dell’etichetta “Home x away”. Morale della favola, perché di favola stiamo parlando, in solo 15 minuti c’è stato il sold out. Sarà dovuto al fatto che il prodotto era sicuramente un pezzo unico, oppure perché i fans hanno voluto appoggiare l’iniziativa anche senza essere appassionati di vino, ma di fatto la risposta non si è fatta attendere. I Pearl Jam sono riusciti, con un mix di musica e vino, a svegliare le coscienze.

Non nascondiamo però che oltre le tante iniziative benefiche che ogni mese coinvolgono le aziende , l’idea di fare questo articolo è nata da un evento che ci ha lasciato alquanto sorpresi. E’ notizia risaputa il furto di uva perpetrato ai danni di un produttore di Pantelleria. L’intervento del Consorzio di Pantelleria ha mitigato il vile gesto. I produttori dell’isola hanno deciso di donare parte delle uve per sostenere il viticoltore vittima del furto. Un gesto di solidarietà che poteva passare inosservato e che invece sui social ha creato un vero e proprio tam tam.

Il motivo di tale risalto è facilmente rilevabile. Non sono stati rubati dei soldi , ne tantomeno degli oggetti di valore. E’ stato portato via il lavoro. La materia prima con cui un uomo e un’azienda si realizzano e si completano. E’ stato fatto un danno ad un produttore, alle famiglie che trovano presente e futuro in quest’azienda, ma anche un danno al settore. Il gesto di solidarietà in questo caso manda un messaggio chiaro: non ci si lascia abbattere dai vili. Non si lascia solo nessuno.

Conclusioni

Di storie come queste ce ne sono molte altre. Tante altre. Potevamo quindi rimanere osservatori passivi di fronte quanto emerge quotidianamente in ottica sociale dal settore vitivinicolo? Ovviamente no. Continueremo a vedere il vino come vizio o passione. Si continuerà a valutarlo nella sua qualità. Lo si valuterà nelle enoteche , nei ristoranti, a casa propria. Si faranno valutazione oggettive e soggettive.  Ma è bello sapere che dietro al vino, oltre al piacere della bevuta e alle fatiche della produzione c’è anche il buon animo della solidarietà che riesce a regalare emozioni senza neanche dover stappare la bottiglia.